Nel corso del tempo il private banking ha adottato un approccio evolutivo ai bisogni della clientela fino a cambiare pelle e lessico, facendo proprio il termine «wealth management», che indica la volontà di abbattere gli steccati delle discipline e di mettere in campo competenze non solo finanziarie ma anche assicurative, previdenziali, immobiliari, fiscali e successorie, nonché competenze tipiche del mondo "corporate" quando si affrontano realtà di family business e passaggi generazionali. Le spinte al cambiamento provengono dal processo di digitalizzazione e dalle regole del gioco europee che promuovono la trasparenza sul fronte degli investimenti sostenibili. Per ragioni diverse, entrambe queste forze vanno nella direzione di promuovere un rapporto di lungo termine con il cliente, il che è da sempre nel DNA del private banking: il respiro di lungo termine è intrinseco all'attività di pianificazione finanziaria, capace di creare valore sia sul fronte degli investimenti finanziari, anche alternativi, con particolare riguardo al private equity e al venture capital, sia sul fronte più allargato della pianificazione patrimoniale.