Al libro collettaneo è sottesa l’idea di istituire un parallelismo fra malattia, medicina e cura, da un lato, e conflitto, diritto e giustizia, dall’altro lato.
Nella consapevolezza della naturale indole intersoggettiva dell’essere umano, si affrontano e si approfondiscono sia il tema della relazione di cura in ambito medico e psicoterapeutico, sia il tema delle relazioni che, più in generale, si instaurano fra soggetti che svolgono un’attività professionale regolamentata (specie quelli che operano nel settore legale) e destinatari della prestazione intellettuale.
Saperi e ambiti apparentemente distinti ritrovano così una comune visione e metodologia, in cui è essenziale la componente narrativa.
Come il passaggio dal tradizionale paradigma bio-medico cede il passo ad un modello integrato di tipo psico-sociale, in cui consensualità e comunicazione connotano un rapporto non a caso chiamato di ‘alleanza terapeutica’, così l’approccio al conflitto da parte del professionista legale si trasforma da avversariale e competitivo a partecipativo e cooperativo, attraverso il ricorso a strumenti di giustizia complementare (come la mediazione, la negoziazione assistita, la pratica collaborativa), volti a cercare una soluzione che possa rimediare ai guasti relazionali innescati dal conflitto.
Emergono all’orizzonte nuove competenze e nuove capacità professionali, in cui viene posta al centro la persona, con i suoi bisogni, aspettative, inclinazioni, valori, concezioni del mondo e della vita.
