Il re di Girgenti di Andrea Camilleri è un noir che vira nel mondo del fantasy perché dal Settecento ci sbalza in un universo parallelo dove i fantasmi si mischiano a figure assurde e irrealistiche. Zosimo e suo padre Gisuè ci portano tra cavalieri settecenteschi e teatri fittizi, costruiti sulla fantasia dei suoi attori e dei suoi registi che muovono i personaggi come burattini. Il re contadino è in procinto di morire e si ritrova faccia a faccia con i fantasmi del suo passato che lo conducono ad attraversare diversi regni e diversi stati mentali. Finalmente Zosimo muore e riesce a vedersi da fuori, con una sorta di aquilone che lo porterà molto molto lontano. Come se fosse su un palco, Zosimo osserva la sua vita da teatrante e con gioia assoluta e infantile ritorna alla festa dell’esistenza. Qui ci sono personaggi, semi dei, comici e valletti a rendere ancora più eclatante Il re di Girgenti e il suo ultimo ballo. Camilleri utilizza un linguaggio fantastico, che sfrutta il meraviglioso e il panorama letterario siciliano per creare una storia senza tempo .